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 Oggetto del messaggio: Re: Indulto - parte seconda: le conseguenze
MessaggioInviato: mar mag 26, 2009 20:16 
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Mi risulta che il 68% sia la percentuale di recidiva ordinaria, non quella relativa ai beneficiari dell'indulto.
A quanto ho capito io, lo studio si limita a considerare la percentuali di rientrati tra coloro che hanno beneficiato del provvedimento, non tra tutti i carcerati.
Infatti il calcolo della percentuale ordinaria è compiuto sui 7 anni.

O sbaglio?

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 Oggetto del messaggio: Re: Indulto - parte seconda: le conseguenze
MessaggioInviato: mar mag 26, 2009 20:43 
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Dmitrij ha scritto:
Mi risulta che il 68% sia la percentuale di recidiva ordinaria, non quella relativa ai beneficiari dell'indulto.
A quanto ho capito io, lo studio si limita a considerare la percentuali di rientrati tra coloro che hanno beneficiato del provvedimento, non tra tutti i carcerati.
Infatti il calcolo della percentuale ordinaria è compiuto sui 7 anni.

O sbaglio?

Non so se sbagli ma se così fosse sarebbe grave, in quanto il 27% in 3 anni dei soli beneficiari dell'indulto è un valore decisamente più alto del 68% in 7 di tutti gli scarcerati ordinari.

O sbaglio anche io? XD

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 Oggetto del messaggio: Re: Indulto - parte seconda: le conseguenze
MessaggioInviato: mer mag 27, 2009 17:37 
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Beh...
volendo considerare la percentuale media, 27/3 = 9% annuo, mentre 68/7 = 9.7% annuo.
Ma sarebbe sbagliato: la percentuale mi pare segua una curva discendente, con il maggior numero di casi di recidiva il primo anno per poi diminuire col passare del tempo.
Per cui non ci si avvicinerà proprio alla recidiva ordinaria.

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 Oggetto del messaggio: Re: Indulto - parte seconda: le conseguenze
MessaggioInviato: mer mag 27, 2009 19:41 
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Dmitrij ha scritto:
Beh...
volendo considerare la percentuale media, 27/3 = 9% annuo, mentre 68/7 = 9.7% annuo.
Ma sarebbe sbagliato: la percentuale mi pare segua una curva discendente, con il maggior numero di casi di recidiva il primo anno per poi diminuire col passare del tempo.
Per cui non ci si avvicinerà proprio alla recidiva ordinaria.


Well. Pensavo erroneamente che il 9% di "cento" scarcerati normali fosse più basso del 9% di "mille" scarcerati tramite l'indulto. :roll:

Poichè.

Riflettevo sul fatto che stando comunque alle percentuali, l'indulto non ha causato un'aumento di recidività, semplicemente, abbiamo avuto più recidivi in meno tempo :secchio:

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 Oggetto del messaggio: Re: Indulto - parte seconda: le conseguenze
MessaggioInviato: gio mag 28, 2009 14:48 
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E come disse Homer (e forse qualcuno prima di lui)

Cita:
Con le percentuali si può dire praticamente qualsiasi cosa, e il 27% delle persone questo lo sa


:elfsmile:

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 Oggetto del messaggio: Re: Indulto - parte seconda: le conseguenze
MessaggioInviato: gio mag 28, 2009 19:32 
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Dmitrij ha scritto:
Beh...
volendo considerare la percentuale media, 27/3 = 9% annuo, mentre 68/7 = 9.7% annuo.
Ma sarebbe sbagliato: la percentuale mi pare segua una curva discendente, con il maggior numero di casi di recidiva il primo anno per poi diminuire col passare del tempo.
Per cui non ci si avvicinerà proprio alla recidiva ordinaria.

Dimostralo.

In ogni caso: "Il tasso medio di recidiva è stato di circa il 27 per cento, di contro alla stima media pre-indulto, che secondo studi dello stesso Dap, in un monitoraggio condotto in 7 anni, è di circa il 68 per cento. Un calo, dunque, di oltre il 50 per cento."

Solito giornalismo sensazionalista di Repubblica.

Ah, e come ha fatto notare Goldrake, c'è stato comunque un aumento dei crimini.

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 Oggetto del messaggio: Re: Indulto - parte seconda: le conseguenze
MessaggioInviato: ven mag 29, 2009 13:58 
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goldrake ha scritto:
Riflettevo sul fatto che stando comunque alle percentuali, l'indulto non ha causato un'aumento di recidività, semplicemente, abbiamo avuto più recidivi in meno tempo :secchio:

Non mi risulta :grat: perché?


Prendiamo in esame gli studi attualmente reperibili
Spoiler: Visualizza

(1)La ricerca condotta da Giovanni Torrente per Ristretti Orizzonti, dalla quale è stato tratto l'articolo di repubblica;
(2)La pubblicazione ufficiale del DAP, tra i cui redattori figura lo stesso Torrente;
(3)Uno studio della associazione Carcere Aperto, realizzato con l'Università di Torino attraverso la collaborazione sempre di Torrente;

si rileva come in un primo tempo, più precisamente nel primo semestre d'applicazione,
Cita:
Anche per i soggetti provenienti dal carcere, tuttavia, il tasso di recidiva relativo a questi primi sei mesi si
attesta su percentuali piuttosto basse, sensibilmente inferiori rispetto a quella che è la recidiva ordinaria,
stimata attorno a percentuali del 68%. Certamente tale percentuale è destinata a salire, essendo l’arco
temporale preso in considerazione ancora limitato; tuttavia, è importante sottolineare come tale percentuale
si assesti su livelli talmente più bassi rispetto a quelli che sono gli abituali tassi di recidiva dei soggetti che
hanno scontato una pena carceraria da ipotizzare un primo giudizio sostanzialmente positivo sull’impatto del
provvedimento sulla carriera criminale dei soggetti che ne hanno usufruito

[in (2) pagina 18]

e che
Cita:
E’ rilevante osservare come il numero dei reingressi non presenti un progressivo aumento, tale da far
ipotizzare un percorso che, nel tempo, porterà al reingresso in carcere della gran parte dei beneficiari del
provvedimento.

[in (2) pagina 19]

e infine
Cita:
Il dato conferma come non vi sia la tendenza ad un progressivo aumento
del numero di rientri in carcere, ma come, anzi, vi sia una progressiva tendenza alla diminuzione dei rientri
delle persone scarcerate. Il dato quindi è assolutamente incoraggiante su quello che potrebbe essere, nel
lungo termine, l’andamento della recidiva delle persone scarcerate

[in (2) pagina 20]

La ricerca di RO si amplia anche ai mesi successivi, rilevando i seguenti cambiamenti
Cita:
Periodo di rilevazione / Recidiva ex detenuti / Recidiva dimessi dallamisura alternativa
Dopo 6 mesi / 11,11% (+ 1,85% al mese) / 6% (+ 1% al mese)
Dopo 17 mesi / 20,64% (+ 1,21% al mese) / 13,35% (+ 0,79% al mese)
Dopo 26 mesi e 15 giorni / 26,97% (+ 1,03% al mese) / 18,57% (+ 0,70% al mese)

ovvero una progressiva diminuzione dei nuovi recidivi, e quindi la curvatura di cui vi parlavo sopra.


Per concludere, riguardo all'ipotetico aumento dei reati...
La relazione del DAP dice
Cita:
Passando infine a valutare le statistiche sulla delittuosità relative ai periodi luglio-dicembre 2005 e lugliodicembre
200624 (semestre immediatamente successivo all’ultimo indulto) si nota una sostanziale stabilità
dei valori. Il numero totale dei reati subisce un incremento tra i due periodi di riferimento pari allo 0,21%.

[in (2) pagina 33]

mentre la relazione (3) analizza più a fondo:
Cita:
Tabella 7. Delitti consumati e tentati nel periodo luglio-dicembre 2005 e luglio- dicembre 2006.
Delittuosità Luglio-dicembre 2005 Luglio-dicembre 2006 Variazione %
Omicidi volontari consumati 310 323 + 4,19
Infanticidi 3 2 - 33,33
Tentati omicidi 720 719 - 0,14
Omicidi colposi 1.082 893 - 17,47
Lesioni dolose 29.492 25.296 - 14,04
Violenze sessuali 2.142 1.942 - 9,34
Atti sessuali con minorenne 267 175 - 34,46
Furti 757.021 797.595 +5,36
Furto con strappo 9.436 11.128 + 17,93
Furto con destrezza 66.623 79.738 +19,69
Furti in abitazione 69.267 75.311 + 8,63
Ricettazione 15.336 13.330 - 13,08
Rapine 22.293 25.561 +14,66
Rapine in banca 1273 1.506 +18,30
Rapine in uffici postali 306 247 - 19,28
Estorsioni 2.838 2.152 - 24,17
Usura 177 93 - 47,46
Associazione per delinquere 587 271 - 53,83
Associazione tipo mafioso 68 34 - 50,00
Riciclaggio di denaro 633 443 - 30,02
Truffe e frodi informatiche 46.241 42.039 - 9,09
Stupefacenti 16.168 15.495 - 4,16
Produzione e traffico stupefacenti 2.213 1.752 - 20,83
Spaccio stupefacenti 9.925 9.461 - 4,68
Sfruttamento della prostituzione e
pornografia minorile
927 619 - 33,23
Totale delitti 1.308.113 1.310.888 + 0,21


Dati sui quali la relazione (2) aveva già proposto uno spunto di riflessione dicendo:
Cita:
L’aumento percentuale di reati contro il patrimonio è assolutamente significativo. Ciò contribuisce a
consolidare l’immagine della tipologia di recidivi che emerge dalla lettura dei dati relativi ai primi mesi
dall’approvazione del provvedimento. Come noto, tali reati nascondono con frequenza situazioni di disagio,
marginalità, difficoltà economiche; inoltre, reati predatori commessi dopo così breve tempo dall’emanazione
del provvedimento di scarcerazione paiono essere lo specchio di una situazione di estrema marginalità, più
che di un’attitudine delinquenziale dell’autore del crimine. Ancora una volta, almeno per la metà delle
tipologie di reati commessi dalle persone rilasciate a seguito del provvedimento, pare emergere la figura del
soggetto marginale, privo di abilità spendibili nel mondo libero, che in breve tempo torna a commettere reati
per i quali torna immediatamente in carcere.



Spero sia sufficiente :wink:

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 Oggetto del messaggio: Re: Indulto - parte seconda: le conseguenze
MessaggioInviato: ven mag 29, 2009 18:55 
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Hum i dati che hai postato dimostrano che sono aumentati i reati a seguito dell'indulto.

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 Oggetto del messaggio: Re: Indulto - parte seconda: le conseguenze
MessaggioInviato: ven mag 29, 2009 19:21 
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Quella della creativa interpretazione soggettiva di dati oggettivi è una grande qualità italiana :sisi:

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 Oggetto del messaggio: Re: Indulto - parte seconda: le conseguenze
MessaggioInviato: lun giu 01, 2009 23:21 
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Cita:
Non mi risulta :grat: perché?

Vedi, non mi riferisco alla percentuale di recidività media adesso, ma solo di un rapporto "crimini dei recidivi/tempo", stando alle percentuale e ai dati forniti.

Se io scarcero 100 carcerati all'anno, con un tasso annuale di recidività del 9%, in dieci anni ne avrò scarcerati 1000, avendo così "9 recidivi l'anno" per un totale di "90 recidivi in 10 anni".
Se io invece i 1000 li butto fuori insieme e subito, a percentuale di recidività invariata, avrò in un solo anno "90 recidivi".

Secondo quanto scritto sopra comunque (matematica spiccia) avremmo comunque "9 anni di pace".

Si dimostra quindi che a tasso di recidività invariata ci sono stati più crimini in meno tempo e ci si aspetta che in questi anni ne avvengano di meno, ma così non è ed è proprio quello il problema sbandierato da Repubblica.

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