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 Oggetto del messaggio: Pensiero a mia Madre
MessaggioInviato: mer mag 30, 2012 10:21 
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Natale 2011, stanco dei soliti e vani regali che il più delle volte sono "archiviati" in armadi o cassetti mi sono cimentato in un dono intimo e decisamente gratuito se consideriamo il mero denaro. Alcuni ( Muze in primis :frusta: ) obbietteranno a tale affermazione adducendo al costo della carta su cui tale scritto è stato stampato e alle cartucce usate :-P ma sorvoliamo :-P

Non intimo al punto da impedire la lettura ad altri, ho tentato d'imnserire nel testo virtu e vizi capitali e altre tecniche che non ricordo e manco conosco forse ghghghg. Non editato con dovizia :-P



Madre

Un ragazzo stava risalendo con spirito d'avventura un tortuoso sentiero nella selva oscura rotta in alcuni punti, come parte di un puzzle, da linee di luce che filtravano dal folto e flessibile fogliame.
I tronchi s'ergevano chiari e inflessibili al cielo come fisica espressione della vecchiaia di madre natura, mentre tra i rami il cinguettio degli uccelli scandiva il passare inesorabile del tempo.
Una scelta rischiosa fatta dal giovane, non solo per la ripidità e l'impervietà del sentiero ma anche per la terribile leggenda che accompagnava i sospiri degli uomini nell'udire il nome della vetta, indimenticabile non come quello delle sue vittime trasformati in mero numero. Il ragazzo non s'era lasciato impaurire dalle dicerie popolari e con spirito d'avventura marciava verso il banco di nebbia che celava sempre eterna la vetta, ma l'incidere del suo passo sulla nuda terra diminuì sempre più.
Portò il polso destro verso il volto, sgranò gli occhi per l'eccentrico movimento dell'ago magnetico della bussola che danzava freneticamente, vittima inconsapevole ma grata di un banchetto bacchiano.
Il giovane inarcò il sopracciglio destro, storcendo leggermente le labbra, mentre con la mano sinistra si strofinava il mento, girò attorno a se stesso con il cuore sempre più chiassoso; la foschia stringeva le sue trame attorno al giovane quasi volesse assorbire il calore di quel cuore.
<< Se la nebbia m' impedisce di vedere la terra che calpesto la considererò eterea nuvola cosi immaginerò di volare>> esclamò impettito il giovane mentre con passo sicuro avanzava nell'ignoto. Il cinguettio degli uccelli si tramutò in un severo stridulo, dapprima acuto poi sempre più silente poiché la nebbia assorbiva ogni suono; il freddo pungente assedia il giovane per appropriarsi oltre che del calore anche del suono altalenante del cuore.
Avanzò verso le sue paure, contro l'ignoto consapevole che se si fosse fermato avrebbe perso più della voglia di lottare, la sua vita. Proseguì con occhi chiusi e quando li riaprì vide davanti a se una bambina che indossava una gonna con merletti ricamati dal tipico stile infantile; sedeva su quello che pareva un piccolo masso osservato da occhio adulto ma non per lei, i suoi piedi infatti non toccavano terra. Posato fronte a lei v'era un cestino da cui spuntava un pane e una bottiglia di latte. Attorno la nebbia li incalzava, circondandoli come fa un occhio di bue sulla scena teatrale.
<< Che fai bimba in questo luogo?>> chiese il giovane
<< Consiglio la strada da seguire a chi ne ha bisogno>> sorrise lei
<< Ebbene io mi son perso, ma che aiuto può darmi una bambina che si trova nella mia stessa condizione?>>
<< Potrei ricordarti che nella vita puoi scegliere molti percorsi ma dovrai sempre andare avanti, perchè quando scegli di nascere non puoi tornare indietro, ora cibati e riprendi il cammino cosi che lo possa fare anche io>>
Il ragazzo annuì avvicinandosi al cestino, addentò un pezzo di pane; la fatica che sentiva scomparve allietata da un gusto cosi materno, nato dai chicchi di grano figli di madre natura. La voce della fame giunse alle sue orecchie, proveniva dallo stomaco della bambina.
<< Mangia anche tu, hai fame>> disse il giovane porgendogli parte del pane, ma ella lo rifiutò<< tu ne hai bisogno più di quanto ne abbia io >>
Il ragazzo finì il cibo con avido rimorso, salutò la bambina e continuò nel suo tragitto, la nebbia lo avvolse privandolo pian piano delle energie, iniziò a correre come mai aveva fatto e con le ultime forze spiccò un salto liberatorio verso l'ignoto.
Quando alzò lo sguardo vide una donna anziana, se ne stava seduta su una panchina appoggiando le mani rugose su un bastone nodoso. I suoi occhi ricordavano quelli della fanciulla incontrata in precedenza, un colore verde cosi intenso che s'addiceva ad un anima giovane in piena contraddizione a un corpo cosi vecchio.
Il ragazzo si avvicinò, senza proferire parola, si sedette accanto alla donna mentre osservava il sentiero che proseguiva in direzione della nebbia, scosse sconsolato il capo. Respirò profondamente prima di rialzarsi, con passo insicuro s'incamminò lungo il sentiero da cui era venuto, la paura aveva vinto.
Pose un piede all'interno della nebbia ma si fermò udendo la voce della donna che gli comparve accanto stringendogli la mano, subito una sensazione di calore riempì il giovane mentre un vortice di profumi gli riportarono alla mente le immagini della sua infanzia.
<< Lascia che t'accompagni, qualunque sia il tuo percorso, ma sappi che prendendo la strada che hai scelto ti perderai>>
<<Non lo sono già?>> un sorriso comparve sul volto del ragazzo
<< Punti di vista non credi>> rispose lei
<<Tu mi accompagneresti comunque?>> gli occhi del ragazzo erano fissi in quelli della donna che rispose con un cenno del capo.
Una risata fluì dalla bocca del giovane, accompagnata poco dopo da quella dell'anziana, un suono infantile che rimarcava ancor più le stranezze di quell'incontro.
Il ragazzo fischiettò un motivetto di quelli che s'imparano in giovane età e che ti accompagnano per tutta la vita, mentre mano nella mano avanzava con la donna verso l'ignoto, ad un tratto il rumore dei passi sulla nuda terrà tornò a farsi sentire, come il cinguettio degli uccelli.
Riaprì gli occhi e fronte a lui s'estendeva un limpido e cristallino lago sulla quale un cielo azzurro, regnava sovrano; la nebbia soleva toccare i bordi delle acque ma nulla più, timorosa nel celare ad occhi divini la bellezza di quel luogo.
Il volto del giovane aveva assunto un colorito biancastro, come la brina sui verdi manti nelle gelide mattinate invernali, dalla bocca aperta non fluivano parole ma deboli e corti sospiri.
Giunse presso la riva fermando il suo passo sulla soglia bagnata dalle acque del lago ma non frenò il cammino degli occhi che avanzarono verso la sponda gemella. Inspirò i profumi che lo circondavano con avida ingordigia; una trota guizzò sfidando con superbia le legge della gravità per poi ricadere nelle acque cristalline scosse da un ultimo quanto violento movimento della coda, più d'ira e dispetto che per necessità.
Il giovane si sedette con estrema pigrizia godendo con lussurioso piacere il riposo tanto agognato, i muscoli del suo corpo si rilassarono come le vele di un vascello senza vento, appoggiò la mani alla nuda terra alzando il capo verso l'empireo.
Si lasciò cullare dal debole vento che trasportava minuscole gocce d'acqua d'insipido sapore, mentre il profumo di muschio inebriava l'animo animale del suo essere umano.
Un debole suono riportò il giovane alla realtà, lasciandolo con un amaro sapore di perduta immaginazione persa con il risveglio; una mano trasparente, delineata dallo scorrere delle acque, fuoriusciva dal lago, poco a poco s'elevò a mezz'aria una figura umana, quasi fosse una scultura di vetro.
Nelle parti in cui gli essere umani avevano cuore e stomaco, v'erano strani mulinelli bianchi il cui moto variava al variare dei venti; in volto vivaci vampe colorate simili a lampi vanificavano il vuoto della vana trasparenza.
<< Essere umano, giunto da un mondo ormai in rovina cosa ti porta in questo luogo dimenticato dal tempo e dai vincitori?>> domandò la creatura accompagnando le sue parole con ampi movimenti della mano, ad ogni gesto piccoli arcobaleni nascevano per poi morire come a scandire il passare del tempo.
Il ragazzo sgranò gli occhi deglutendo più volte, non proferì parola e il sol suono che si udiva era quello incessante del cuore, novello interlocutore.
<< Comprendo il tuo stupore, avete bandito la magia dal vostro mondo per cercare sicurezza in ciò che voi chiamate scienza>> esclamò la creatura con fiera malinconia .
<< Per questo io voglio renderti partecipe della forza che avete scordato, creerò in questo luogo la creatura perfetta e con essa una lezione importante per il tuo mondo>> quattro sfere grandi come un pugno si librarono verso il cielo; contenevano gli elementi fondamentali per la vita.
<< Avrà capelli come il fuoco, tanti quanti la criniera di un leone, simbolo di coraggio, perchè quando le lacrime righeranno il suo volto bruceranno come tizzoni ardenti ma non per questo sfigureranno il suo viso con espressione di dolore>> la prima sfera scomparve mentre accanto alla creatura si modellava la figura di una donna.
<< ll suo corpo sarà forte come la pietra figlia della terra, reggerà il peso degli altri, senza mai giudicare per finta giustizia, sarà la prima ad alzarsi l'ultima a ritirarsi e dal suo corpo nasceranno frutti eterni, come l'amore per coloro che saranno cosi fortunati da meritarlo>> la seconda sfera scomparve.
<< Il vento sarà la sua voce, calda come le carezze delle folate primaverili, docile e mai di troppo, sarà saggezza per chi l'ascolterà, sarà durezza per chi lo meriterà, poiché le tempererà con giusta equità>> la terza sfera scomparve mentre la donna prendeva fattezze sempre più definite.
<< Gli occhi sono l'anticamera per giungere all'anima, per questo avrà le iridi verdi, il colore della natura, linfa vitale e primordiale nata dalle acque dei mari. Le sue parole fluiranno come l'acqua senza difficoltà dimostrando un grande ingegno e perseverità.>>concluse la creatura mentre l'ultima sfera scompariva dal cielo
<< Accanto a me v'è la creatura perfetta, senza difetti grazie alla magia della creazione>>
Il giovane rimase in silenzio, concentrato sul viso della donna, il cui corpo era celato da una semplice tunica, infine parlò
<< Coraggiosa è la donna che sa amare
anche quando sale il sapore di sale
lacrime cadono per giungere oltremare

Ella indosserà maschere come quelle di carnevale
per carpire ogni più piccola e diffusa sfumatura
esperienze che gli consentiranno di curare ogni tuo male

Ascolterà le tue parole e limerà la tua arrabbiatura
perchè le passioni e l'impazienza ti portano alla cecità
ma sarà accanto a te anche quando la via si farà dura

Il suo pensiero non recherà stupida arcaicità
pronta a mettere in dubbio la sua fede
pur di consigliarti con giuste verità >>

concluse sorridendo alla creatura, mentre nella mente scorrevano due visi, quelli di una bimba e di un anziana signora.
<< La donna che hai creato esiste già>>concluse
La creatura rimase in silenzio per qualche attimo, giocherellando con le mani mentre i mulinelli al suo interno variavano di colore ed intensità
<< Dimmi chi è>>
Il ragazzo s'alzo da terra con calma, sistemò i capelli con una mano mentre con l'altra estraeva dalla tasca posteriore un portafoglio. Lo aprì e da una fessura interna prese una piccola fotografia, posandola sul palmo della mano.
L'immagine levitò con dolcezza trasportata verso la creatura magica da una forza invisibile, si fermò a pochi palmi dal suo viso.
La donna accanto a lui assomigliava alla creatura che aveva appena creato, dietro parole semi scomparse richiamavo le parole del giovane
<< Chi è questa donna?>>
<< Mia madre>>


Dedicata a mia madre, anima grande in un mondo troppo piccolo.
Andrea

_________________
Un vecchio saggio disse questo:
I gatti mangiano gli uccelli e muzedon n'è un gran golosone


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 Oggetto del messaggio: Re: Pensiero a mia Madre
MessaggioInviato: mer mag 30, 2012 12:26 
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Iscritto il: ven set 07, 2007 12:19
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Località: Nelle oscure terre boschive elvetiche...
Tu guarda chi si rivede...ciao! *_____*
Mi mancavano i tuoi scritti, e questo è veramente eccezionale! Pieno di sentimento, forte nei punti giusti, misterioso in altri e delicato in altri ancora; lunghetto ma non per questo noioso, anzi, ci si perde nello scritto e si scatena la curiosità di sapere che cosa sta per accadere veramente.
Un inno alla figura della madre veramente toccante e commovente...complimenti ;)

_________________
"...muoio ogni attimo e rinasco nuovo e senza ricordi:vivo e intero,non più in me, ma in ogni cosa fuori."

"L'uccello si sforza di uscire dall'uovo.L'uovo é il mondo.Chi vuol nascere deve distruggere un mondo.L'uccello vola a Dio.Il Dio si chiama Abraxas."


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 Oggetto del messaggio: Re: Pensiero a mia Madre
MessaggioInviato: gio mag 31, 2012 10:47 
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Iscritto il: dom ott 16, 2005 13:04
Messaggi: 2894
Località: Valm Neira
Grazie Abraxas :)


Alcune volte passo ma non mi loggo, del resto valm neira è sempre nel mio cuore.

Ho ancora la fotografia di muze in reggicalze che mi regalò al mio arrivo, pensava fossi principessa nera :-P


Di nuovo grazie per i commenti allo scritto;)

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