Il ronzare sfuma verso l'alto
avvilendo l'aria ormai compromessa.
Vuoti vani di vanità riempiono l'imbarazzo
senz'altro che un muro come uscita.
Dove? Qui e non altrove,
in questo tempio sconsacrato,
vicino all'alveare d'api imperiose e tracotanti,
intimorite ed inette, spoglie d'uso
e di maniera. Asincrono suono
sciabordante di dissolutezza anarchica.
Macché, magari, solo vibrazioni antropiche
e null'altro.
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Un organo rigettato, frutto di un intervento
scarno ed inappropriato.
Leso e preso
rotto e Teso
Forte è il muscolo dopo l'uso,
la lena va e viene, e rende
forte, invero, Fragile.
Sarà forse sonno?
Se sennata sia la Somma
solo sabbia potrà dirlo.
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Sostanza labile e profumata dal siniscalco scibile
di siffatta sonda sbriglia sbuffa e sfarfalla.
Gubbata e Grotta! Ahimé
Sbuffa! Sagotta e panciotta vuolsi così cola dove si puote, ciò che si vuole e più non dimandare!
Gregnando il grugno collato e sgombro gippo la manna
zolfata in blu e potto la razza ormai smorta.
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Il dubbio e il caldo mal s'accompagnano nell'elegia di un sole a picco sulla mia mente.
Come vorrei fosse luce anche all'interno e non solo aldisopra!
Ma la luce per entrare in una stanza deve nascervi per far risplendere per bene ogni angolo,
senza ombre.
Ma cosa far brillare in questo spazio occluso?

Questo tuo stile mi piace molto, è scorrevole e toccante...complimenti