Tùnìr e Fash stavano discutendo...
Non so, quel drago nero non mi ha convinto... I draghi neri sono per loro natura malvagi e truffaldini, avidi e meschini... C'è poco da fidarsi...
E' vero, però nell'arena sembrava molto serio... Hai notato anche tu quella torre lì?
Sì, è... Diversa... Vogliamo dare un occhio?
Certo capo... Andiamo!

Quindi i due si diressero con discrezione verso la torre sgattaiolando di copertura in copertura nonostante non fossero certo dei maestri della discrezione dal passo felpato, ma non erano nemmeno dei goffi orchi d'altronde.

Non fu difficile per Tùnìr e Fash volare alto nella caverna, di stalattite in stalattite, nel buio. Dovettero evitare le ragnatele degli immensi ragni della cavità...

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2 TS sui Riflessi, superati.

...ma in poco tempo giunsero nei pressi della Torre.

Erano distanti varie centinaia di metri in alto e ciò che poterono osservare era stupefacente. La base della costruzione interessante era libera dalla fitta nebbia che si estendeva per chilometri, fino alla Città. Era come posta a guardia di un ponte di pietra sospeso sul Burrone che, aveva saputo dai drow, era impossibile attraversare per i viventi e farlo costituiva una trasgressione alle leggi della cittadina.

La Torre era molto alta e completamente priva di finestre, porte, appigli di qualsivoglia natura: tutta la superficie della struttura sembrava omogenea. Era color ossidiana, dai riflessi dell'ossidiana nobile. Partiva come prisma regolare a base ottagonale, ma dopo la sua metà, in altezza, si allargava e poi continuava dritta creando una corona ad otto punte e uno spazio piatto e circolare al suo interno.

Fu con un'insolita sicurezza che il Savio seppe che l'ingresso non gli era negato ma che, anzi, era stato invitato alla consocenza di quel luogo... da quel Luogo stesso? Impossibile da dire. I suoi occhi scorsero come prendè rapidamente forma una sfera verde tra le punte della corona... la vide muoversi immediatamente e fu tutto verde per un attimo.

Il successivo era all'interno della Torre.

Intorno a lui? Scaffali. Ovunque. Erano di pietra grigia e colmi di tomi rilegati dai frontespizi metallici, ma su di essi non vi erano titoli e alla vista erano identici. Posti ovunque e apparentemente senza criterio alcuno, le alte librerie creavano un labirinto e Tùnìr ebbe l'impressione di trovarsi in uno spazio magicamente ampliato... e senza forme di illuminazione.

Alle sue spalle, però, un tomo era posto su di un leggio, aperto ad una pagina e sembrava attendere che lui lo leggesse. Accanto al tomo, alcuni oggetti, una candela.


Capo, siamo in pericolo quì... lo sento! Disse Fash e si tese all'ascolto, pronto a proteggere il suo padrone fino alla fine.